La riduzione delle emissioni e l’intera sostenibilità del settore automobilistico non possono non passare dai carburanti alternativi: per tale ragione sono sempre più al centro del dibattito, che prende in considerazione vantaggi e svantaggi, potenzialità e limitazioni di ciascuna delle opzioni. Fra queste ci sono idrogeno e biogas, che rientrano nel novero dei cosiddetti “carburanti del futuro” in grado di porsi come concorrenti diretti della propulsione elettrica a batteria. Quest’ultima è la soluzione più in voga al momento nonostante tutte le criticità evidenziate in merito allo smaltimento delle sue componenti una volta esaurito il ciclo vitale, in primis le batterie. Analizziamo allora più da vicino idrogeno e biogas, quali sono i loro vantaggi e svantaggi e se possono rappresentare un’opzione concreta per un futuro più sostenibile.
I principali requisiti che devono soddisfare i carburanti alternativi sono innanzitutto efficienza e sostenibilità, così da garantire una maggior tutela nei confronti dell’ambiente. In sostanza devono poter fornire dei benefici tangibili rispetto ai carburanti tradizionali, quelli ricavati da combustibili fossili. La provenienza da fonti pulite e soprattutto rinnovabili è un altro fattore chiave nella svolta verso una mobilità maggiormente sostenibile e che sia responsabile, in grado di avere un impatto minore in termini ambientali. Ciò ha portato allo sviluppo di una serie di carburanti alternativi che sono peraltro in costante evoluzione, e puntano tutti a obiettivi comuni: il raggiungimento delle emissioni zero e assicurare un’autonomia quanto meno in linea con quella garantita dai carburanti usati sino a oggi. Da questo punto di vista, idrogeno e biogas sono due soluzioni molto promettenti nel processo di profonda trasformazione che sta coinvolgendo la mobilità urbana.
L’idrogeno può essere impiegato come carburante nei veicoli a celle a combustibile, detti in breve FCEV, acronimo inglese di Fuel Cell Electric Vehicle. Si tratta di vetture elettriche a tutti gli effetti, ma che utilizzano una tecnologia differente rispetto a quelle a batteria, denominate BEV (Battery Electric Vehicle). In sostanza l’idrogeno viene adoperato per creare energia elettrica all’interno delle celle tramite un processo elettrochimico a zero emissioni, e questo è uno dei principali pregi, insieme al fatto che l’idrogeno può essere prodotto in diversi modi e che è in grado di garantire un’autonomia superiore rispetto ai veicoli elettrici dotati di batteria. Il fattore critico è rappresentato da stoccaggio e distribuzione di questo gas, che essendo a bassa densità esige l’impiego di serbatoi ad alta pressione. Le sfide per l’uso dell’idrogeno come carburante risiedono quindi nello sviluppo di materiali e tecnologie che permettano la realizzazione di sistemi di stoccaggio più evoluti e di infrastrutture per la sua distribuzione.
Il biogas fa parte dei cosiddetti carburanti bio, insieme a biodiesel e bioetanolo. Nella sua composizione troviamo metano e anidride carbonica, ricavati dalla decomposizione di materiale di natura organica, come ad esempio scarti alimentari e rifiuti di tipo agricolo. Emerge subito dunque la sua maggiore sostenibilità rispetto ai carburanti fossili, dato che viene realizzato da prodotti di scarto; inoltre può essere adoperato come carburante per i motori tradizionali, senza che siano necessarie modifiche invasive nei propulsori, e questo è senza dubbio il principale vantaggio di tale tipologia di carburante alternativo. È possibile eventualmente anche miscelare il biogas con i carburanti fossili, così da creare una sorta di “ibrido” che riduca l’impatto del carburante tradizionale. In alcuni Paesi questo procedimento è già regolamentato dalla legislazione, con l’obiettivo di incrementare la diffusione di biocarburanti e contenere le emissioni. Il difetto principale di tale composto è la minor efficienza energetica, influenzata in particolare dalla concentrazione del gas, che al momento lo rende meno funzionale in confronto ad altre soluzioni.
Allo stato attuale delle cose, i carburanti alternativi hanno ampi margini di miglioramento ma allo stesso tempo presentano limiti e criticità da superare attraverso significativi investimenti in ricerca e sviluppo. È difficile ipotizzare un unico carburante alternativo che possa rimpiazzare tout court quelli fossili, è invece molto più probabile immaginare che la chiave della futura mobilità sostenibile sarà la complementarità fra le diverse tipologie di carburante. La riduzione dell’impatto ambientale degli spostamenti in auto passerà dall’integrazione fra uso di veicoli a batteria, a celle a combustibile e alimentati a biocarburanti. Ciò in attesa di ulteriori innovazioni come ad esempio le auto a energia solare, dotate di pannelli fotovoltaici nella carrozzeria per convertire appunto l’energia dei raggi solari in elettricità, utile ad alimentare il propulsore e per la ricarica delle batterie. Un’innovazione che potrebbe essere presentata al grido di “Benvenuti nel mondo del domani!”, parafrasando Futurama, serie animata ambientata nell’anno 3000: l’augurio di tanti è che si possa giungere molto prima a una soluzione di questo tipo.
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