La strada verso una mobilità completamente elettrica sembra essere ancora lunga. A ogni modo, questo processo è fondamentale perché, entro il 2050, sia raggiunto l’obiettivo di un’economia climaticamente neutra, come indicato dalla Commissione Europea. Nei prossimi anni il numero di veicoli “green” è destinato ad aumentare progressivamente fino ad azzerare le emissioni. Il divieto di vendita di vetture dotate di motore termico entrerà in vigore il 2035 (nuove automobili e furgoni dovranno azzerare le emissioni), favorendo la crescita delle auto elettriche. È anche vero, in base ai dati rilasciati dal Parlamento Europeo, che nei Paesi dell’Unione i trasporti (in primis quelli stradali) siano attualmente responsabili di una percentuale prossima al 25% delle emissioni. Il 2050 rappresenta anche il termine ultimo per ridurre del 90% le emissioni di gas serra provocate dai trasporti rispetto ai livelli registrati nel 1990.
L’Agenzia Internazionale dell’Energia (la Iea), attraverso il “Global EV Outlook”, pubblicazione annuale che identifica e discute i recenti sviluppi della mobilità elettrica, ha evidenziato come i veicoli green stiano finalmente attirando l’attenzione del mercato di massa in diversi Paesi. È stato stimato che, entro la fine di quest’anno, le auto vendute toccheranno quota 17 milioni. Se questo dovesse essere confermato, si tratterebbe del 20% del totale: un aumento, rispetto al 2023, pari al 25%. Sono attesi risultati ancora migliori nel comparto dei veicoli commerciali leggeri dove, già nel 2023, la crescita rispetto ai 12 mesi precedenti è stata del 50% (circa 450.000 unità).
Il 2025 sarà un anno importante per la mobilità elettrica in Italia e, soprattutto, occorrerà valutare l’impatto delle possibili misure dello Stato destinate ai produttori automobilistici. Queste misure andranno a sostituire gli incentivi che, fino al 2024, erano rivolti agli acquirenti. L’Italia stessa, ma anche la maggior parte dei Paesi Europei, potrebbe trarre esempio da quanto fatto in Norvegia. Nel Paese scandinavo il governo ha voluto avvantaggiare i consumatori interessati a un veicolo elettrico, dagli incentivi all’acquisto alle esenzioni fiscali, passando per l’abolizione dei pedaggi fino a giungere a corsie e parcheggi dedicati. È da ricordare, comunque, come gli Stati europei abbiano già iniziato ad adottare diverse misure volte a promuovere la mobilità elettrica. Alcuni hanno promosso la tassazione progressiva sui veicoli inquinanti e divieti graduali per quanto concerne la vendita di vetture a combustione interna.
Oggi sostituire una vettura tradizionale con un’auto elettrica è un’opzione presa in considerazione anche da chi, fino a pochi anni fa, non avrebbe mai compiuto un simile passo. Tra i benefici occorre ricordare come guidare un veicolo green come Smart #5 significhi ridurre le emissioni di gas serra e, al contempo, la concentrazione di particolato e di ulteriori elementi potenzialmente in grado di nuocere la salute. Tale riduzione mitiga gli effetti del cambiamento climatico e tutela ambiente e biodiversità. E l’aria, in presenza di una percentuale sempre maggiore di auto elettriche, diverrebbe meno inquinata, in particolare nei grandi centri urbani.
Nonostante sul territorio italiano la presenza delle infrastrutture di ricarica sia piuttosto diffusa, è la lentezza il vero punto debole. Anche in questo ambito è utile fare un richiamo alla Norvegia, che mette a disposizione una rete capillare di stazioni di ricarica. Oltre al numero rilevante di colonnine è possibile far conto su wallbox e stazioni domestiche smart. Da migliorare, nella mobilità elettrica, è anche la riciclabilità delle batterie. Nello specifico, pur non potendo essere disconosciuto il fatto che le batterie siano completamente riciclabili, i costi legati al recupero del litio appaiono ancora oggi eccessivamente elevati.
Deve essere sottolineato come gli operatori attivi nel riciclo delle batterie stiano lavorando alacremente per migliorare la situazione. Entro alcuni anni riciclare il litio contenuto delle batterie esauste potrebbe pertanto divenire molto più conveniente, soprattutto se posto a confronto con il costo relativo alla produzione di nuove unità.
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