La classe euro auto è facilmente reperibile: si trova direttamente sul libretto della propria vettura.
Nel vecchio tipo di libretto di circolazione la troveremo inserita nel riquadro 2, nei recenti libretti in formato A4 invece la classe euro è indicata a fianco della lettera V9 del riquadro 2.
Se si volesse cercare la classe di appartenenza di un veicolo che stiamo per acquistare o di un’auto di cui non possediamo il libretto, basterà accedere al Portale dell’Automobilista, inserire il tipo di veicolo e la targa e in automatico comparirà la classe ambientale di appartenenza.
Negli ultimi anni si è parlato sempre più considerevolmente dei gravi danni ambientali causati dall’inquinamento, tra i colpevoli primari troviamo proprio le automobili: in Europa il 60,7 % del totale delle emissioni di CO2 è generato direttamente dalle autovetture.
L’Unione Europea si è posta l’obiettivo di abbassare l’emissione di CO2 del 30% rispetto al 1990 entro il 2030.
A partire dagli anni Novanta si è introdotto il tema dell’inquinamento provocato dai veicoli: sono nate così le prime normative e le classi ambientali.
Si tratta di specifiche direttive europee che regolamentano la circolazione dei veicoli in base alle loro emissioni inquinanti.
Che euro è la mia auto? Le tabelle in questione permettono di individuare in che classe di emissione si trovi il proprio veicolo e quindi a quale normativa euro fare riferimento.
Il filtro antiparticolato è un elemento simile al catalizzatore e si trova nel blocco marmitta.
Il suo scopo è quello di ripulire i gas di scarico dalle polveri sottili (particolato): il funzionamento consiste nell’imprigionare le micro particelle nocive contenute nei gasi di scarico, una volta raggiunto un certo quantitativo queste particelle vengono bruciate e fatte cadere a terra evitando così che si disperdano nell’aria.
Il motivo per cui i diesel vengono consigliati a chi percorre lunghi tragitti, piuttosto che a chi utilizza l’auto per il centro città facendo molti meno chilometri, è proprio perché così il filtro ha la possibilità di bruciare le particelle nocive in maniera più efficiente e continuativa.
Oggigiorno a causa delle continue restrizioni che colpiscono i motori a gasolio siamo portati a credere, come una sorta di automatismo, che le auto alimentate a diesel inquinino decisamente di più rispetto a quelle a benzina.
Il motore diesel emette una percentuale ridotta di CO2 rispetto ai motori benzina, circa il 10% in meno, produce però in quantità più elevata sia ossido di azoto che polveri sottili.
Queste polveri sottili vengono anche denominate “particolato” ed è proprio questa la ragione per cui è stato introdotto il filtro antiparticolato per i motori diesel.
Negli ultimi anni, soprattutto a seguito dello scandalo del dieselgate, le case automobilistiche hanno lavorato sempre più assiduamente per riuscire a portare il diesel allo stesso livello di emissioni dei motori benzina: diversi test evidenziano infatti che un motore diesel di ultima generazione è in grado di inquinare meno rispetto ad un equivalente benzina.