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Foto di Xavier Senente su Unsplash
Nella fiabesca cittadina alsaziana di Mulhouse nell’Alto Reno, sorge un inaspettato tesoro automobilistico, il Musée National de l’Automobile Collection Schlumpf.
Pochi sanno che, con le sue centinaia di modelli rarissimi, è in realtà anche il museo dell’automobile più grande del mondo e rappresenta la realizzazione di un sogno che ha accomunato due fratelli visionari con un amore sfrenato per le automobili di lusso.
Foto di Xavier Senente su Unsplash
Questo prodigioso esempio collezionistico ha inizio con la storia di due adolescenti, i fratelli Hans e Fritz Schlumpf, e della loro passione per le automobili.
Gli Schlumpf nascono in Italia, ad Omegna, sul Lago d’Orta. All’anagrafe vengono registrati come Giovanni Carlo Viterio (Hans) e Federico Filippo Augustino (Fritz) Schlumpf, di madre francese e di padre svizzero, commerciante tessile, e godono di una infanzia decisamente agiata. Quando nel 1919 il padre viene a mancare, la madre Jeanne Becker decide di rientrare a Mulhouse, dove è nata, con i due figli. Hans e Fritz vengono introdotti nel mondo della finanza e comprendono rapidamente le sue spietate regole, diventando così abilissimi investitori. Accumulano in questo modo una colossale fortuna e, già negli anni della Grande Depressione, sono tra gli imprenditori più ricchi di Francia. Investono nell’industria tessile, in Alsazia. I due fratelli acquistano continuamente altre filature ed industrie laniere e tessili alsaziane, investendo anche anche nel settore della viticultura ed in quello immobiliare.
Foto di MARCIN CZERNIAWSKI su Unsplash
Con un patrimonio sempre più ingente, gli Schlumpf iniziano a coltivare il loro vero sogno, acquistare auto. A partire dagli anni 30 Fritz Schlumpf è affascinato soprattutto dalle creazioni di Ettore Bugatti a Molsheim. Dopo la Seconda guerra mondiale, gli Schumpf allargano ulteriormente i loro affari: in questo periodo frequentano proprietari di case automobilistiche e piloti famosi, e negli anni Sessanta decidono di dedicare sempre più tempo e denaro alla loro collezione di auto d’epoca.
In pochi anni, i due Schlumpf acquistano 560 vetture ed iniziano una serie di operazioni di restauro; le loro preferite sono sempre le Bugatti e per le Officine Bugatti, in forte crisi, questo interesse rappresenta una grande occasione.
Nel 1964 Fritz acquista le trenta Bugatti dell’americano John W. Shakespeare. Tutte le vetture vengono ospitate nelle filature di Mulhouse e carrozzieri e meccanici si dedicano al restauro. Inoltre lavorano anche su Mercedes, Rolls Royce e altre marche prestigiose. Dopo il restauro le auto vengono collocate nel Museo, creato nel capannone di una filatura, e vengono illuminate da 500 lampioni identici a quelli del Ponte Alessandro III di Parigi. Il museo prevede di poter aprire la collezione al pubblico in futuro, ma il sogno si interrompe con la crisi del mercato tessile dei primi anni Settanta. L’impero Schlumpf precipita verso il fallimento e l’intera collezione viene confiscata.
Soltanto 1978 il Governo francese dichiara monumento nazionale l’intera collezione per evitarne la dispersione, salvando in questo modo un patrimonio non solo francese.
Cité de l’Automobile ospita la più grande collezione di automobili del mondo. Il museo viene originariamente fondato nel 1921 come Collezione Schlumpf dai due fratelli, Fritz e Hans Schlumpf, già collezionisti e appassionati di auto d’epoca. Oggi il museo ospita oltre 500 veicoli, dalle prime auto a vapore alle più moderne supercar.
Il museo si sviluppa su tre livelli e i visitatori sono invitati a percorrere un viaggio attraverso la storia dell’automobile.
Il primo livello mostra alcuni dei primi esempi di automobili, tra cui un veicolo a vapore costruito da Nicolas-Joseph Cugnot nel 1771. I visitatori possono anche vedere alcune delle prime auto a benzina, tra cui un Benz Patent-Motorwagen dal 1886, che si può a pieno titolo considerare la prima automobile mai prodotta.
Il secondo livello del museo si concentra sull’età d’oro dell’automobile, con meravigliosi esemplari degli anni Venti, Trenta e Quaranta che lasciano davvero a bocca aperta per il loro design. I visitatori possono ammirare e desiderare auto d’epoca di alcuni dei più rinomati produttori del tempo, come Bugatti, Rolls-Royce e Bentley.
Uno dei mostri sacri di questa sezione è senz’altro la Bugatti Royale, che è considerata una delle auto più preziose al mondo.
Il terzo ed ultimo livello del museo è dedicato alle auto da corsa, con alcune delle auto da competizione più famose e di successo nella storia.
I visitatori possono vedere da vicino le auto di Formula Uno che hanno duellato a Le Mans e in altre gare leggendarie, tra cui la Ferrari 156, che ha vinto nel 1961 il Campionato del Mondo di Formula Uno con Phil Hill al volante.
Il museo presenta anche una serie di mostre interattive, tra cui una sezione che consente ai visitatori di esplorare la storia dell’automobile attraverso l’uso della realtà virtuale.
Il Museo ospita anche una collezione di moto storiche da sogno, biciclette e altri tipi di veicoli, tra i più strani e ricercati in ambito collezionistico.
La Cité de l’Automobile non è dunque solo un museo, ma anche un’istituzione culturale che celebra la storia e il patrimonio automobilistico come prodotto del genio umano.
Il museo organizza ed ospita una serie di eventi e mostre durante tutto l’anno, tra cui mostre speciali che si concentrano su temi specifici o epoche della storia automobilistica.
Il museo dell’automobile offre anche visite guidate e programmi educativi per scuole e altri gruppi.
Nel complesso, la Cité de l’Automobile è una destinazione imperdibile per chiunque sia interessato alle automobili, all’ingegneria, alla storia della tecnologia e del design.
Con uno sguardo completo sull’evoluzione dell’automobile dai suoi primi giorni ad oggi e mostrandoci le auto più iconiche e significative mai prodotte, sia un appassionato casuale sia uno studioso del settore, grazie alla Cité de l’Automobile dei due fratelli di Omegna, vivranno un’esperienza a dir poco indimenticabile.
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