Tra norme già in vigore, direttive europee in fase di recepimento e ipotesi ancora in discussione, il 2025 si presenta come un anno di svolta per chi deve prendere la patente o l’ha appena ottenuta. Il panorama normativo, infatti, è in piena evoluzione e non sempre è semplice distinguere ciò che è già legge da ciò che resta solo un’idea.
Da una parte, la ratio del legislatore è quella di rendere i neopatentati più abili fin da subito, dall’altra tutelare loro stessi e gli altri viaggiatori. Da qui, emerge un quadro variegato e in continuo divenire.
Alcuni cambiamenti importanti sono già entrati in vigore con la riforma del Codice della Strada del dicembre 2024. Riguardano soprattutto la categoria dei neopatentati, con l’obiettivo dichiarato di aumentare la sicurezza sulle strade e ridurre la sinistrosità giovanile.
Chi ottiene la patente B a partire dal 2024 è considerato neopatentato per tre anni (anziché uno solo, come previsto in precedenza). Questo implica l’applicazione di regole più severe per un periodo più lungo, soprattutto per quanto riguarda i limiti di velocità, l’assunzione di alcol e la possibilità di guidare veicoli potenti.
Durante l’intero periodo da neopatentato, il limite alcolemico ammesso è zero. Non è prevista alcuna soglia di tolleranza: anche una minima quantità rilevata può comportare una sanzione e, nei casi più gravi, la sospensione della patente.
Chi commette infrazioni gravi nei primi tre anni di guida può subire sanzioni raddoppiate e la decuplicazione dei punti decurtati. Questo vale, ad esempio, per l’uso del cellulare alla guida o per il superamento dei limiti di velocità di oltre 40 km/h.
Per il primo anno dal conseguimento della patente, resta il divieto di guidare auto con un rapporto peso/potenza superiore a 55 kW per tonnellata e con una potenza massima di 70 kW. È un vincolo importante, che continua a limitare la scelta del primo veicolo.
Nel marzo 2025, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione hanno raggiunto un accordo provvisorio per aggiornare la normativa comunitaria sulle patenti di guida. L’obiettivo è armonizzare le regole nei Paesi membri, aumentare la sicurezza stradale e introdurre strumenti digitali più moderni. Le nuove misure non sono ancora operative: gli Stati membri avranno tempo fino al 2030 per recepirle, ma è importante sapere quali sono i punti principali che potranno influire anche in Italia.
Tra le innovazioni più attese c’è la futura patente digitale, integrata nel portafoglio europeo di identità digitale (EUDI Wallet). Una volta attivata, permetterà di conservare e mostrare la patente direttamente sullo smartphone, con validità riconosciuta in tutti gli Stati membri. In Italia, una prima versione nazionale è già disponibile tramite l’app IO, ma avrà validità solo sul territorio nazionale.
L’accordo prevede l’introduzione di un periodo di prova minimo di 2 anni per i neopatentati in tutta l’UE. Durante questo periodo, sarà possibile applicare sanzioni più severe in caso di infrazioni, con l’obiettivo di responsabilizzare maggiormente chi ha appena ottenuto la licenza di guida.
Nel periodo di prova, sarà adottata la regola del tasso alcolemico pari a zero per tutti i neopatentati. Questa misura è già in vigore in Italia, ma con l’entrata in vigore della nuova direttiva sarà uniformata in tutti i Paesi UE.
Viene introdotta la possibilità per i ragazzi di guidare già a 17 anni, purché affiancati da un conducente esperto. Anche questa misura non è ancora attiva in Italia, ma potrebbe essere implementata nei prossimi anni per facilitare l’esperienza su strada dei più giovani in un contesto controllato.
Accanto alle norme già operative e a quelle approvate ma non ancora applicate, ci sono anche alcune proposte che hanno attirato l’attenzione pubblica e mediatica, ma che non hanno ancora alcun valore normativo. Si tratta di ipotesi di riforma che potrebbero vedere la luce nei prossimi anni, oppure restare lettera morta. È utile conoscerle per evitare confusione tra annunci e realtà.
Una delle proposte più discusse riguarda la possibile modifica dell’esame di teoria per il conseguimento della patente. Si parla di ridurre le domande a risposta multipla e di introdurre test più orientati alla simulazione di situazioni reali di guida. Lo scopo è valutare non solo la conoscenza del codice, ma anche la capacità di applicarlo in modo pratico. Al momento, però, non c’è una data né un testo ufficiale che renda effettiva questa trasformazione.
Anche per l’esame pratico sono state avanzate ipotesi di aggiornamento. Tra le modifiche proposte c’è l’inserimento di test specifici su:
Anche in questo caso, si tratta per ora di indicazioni generali e non di regole operative.
Infine, nel pacchetto di riforme discusse a livello UE è emersa anche l’idea di abbassare l’età per accedere alle patenti per veicoli pesanti: da 21 a 18 anni per i camion, e da 24 a 21 per gli autobus, a patto di ottenere un certificato di competenza professionale.
Questa proposta è parte dell’accordo europeo di marzo 2025, ma dovrà essere implementata a livello nazionale, e in Italia non è ancora previsto un calendario preciso per l’adozione.
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